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Vittorio Garatti Roberto Gottardi architetti a Cuba

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2012 21:12
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14/12/2011 15:11
 
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Vittorio Garatti e Roberto Gottardi, due architetti italiani, arrivano a Cuba agli inizi degli anni 60.

La storia è interessante, il loro legame con Cuba rimane indelebile.

Copio e incollo la storia delle scuole d' arte, progettate da questi architetti. Leggendo questa storia, si capisce qualcosa anche delle rivoluzione cubana, i suoi passaggi storici e il carattere non sempre facile di Fidel Castro.


Nel 1961 Fidel e Che Guevara varcano la soglia dell’Havana Country Club per fare una partita a golf. Conversando su cosa la rivoluzione possa dare al popolo invece di casinò e hotel di lusso, decidono che in questo parco, un tempo dedicato al solo divertimento dei ricchi, sorgerà il più importante centro culturale del Sudamerica, dove migliaia di studenti dall’America Latina, dall’Africa e dall’Asia studieranno l’arte gratuitamente. Le ville lussuose disposte intorno al club diventeranno residenze studentesche. A trasformare l’idea in architettura sono tre giovani trentenni. Il capo progetto è il cubano Ricardo Porro e con lui due amici italiani: Vittorio Garatti e Roberto Gottardi. I tre, studenti d’architettura in Venezuela, sono allievi di Carlos Villanueva e profondi estimatori dell’opera di Wright e di Gaudì. Sostenitori della rivoluzione cubana, con l’ascesa di Castro si trasferiscono all’Avana e insegnano all’università. «Un giorno», ricorda Gottardi, «la moglie del responsabile dei lavori pubblici, Selma Diaz, chiede a Porro se se la sentiva di costruire le scuole nazionali d’arte. L’architettura doveva essere completamente nuova e le scuole, parole di Fidel, “le più belle del mondo”. Il tutto realizzato in sei mesi. Prendere o lasciare!». «Come si poteva rifiutare?», dice Garatti, «erano giorni di furia ed entusiasmo in cui ogni ambito della vita pubblica era gestito da uno spirito di guerriglia, agile e fantasioso. Ci trovammo, da un giorno all’altro, di fronte a un progetto chiave per la politica di Fidel e dalla forte carica ideale». Gli architetti sono liberi di sperimentare. Il ministero della Pianificazione si preoccupa di controllare soltanto che nel progetto ci siano l’infermeria, la sala massaggio e una cafeteria. «Eravamo come gli architetti del Rinascimento, con il principe che assegna un terreno e l’artista che lo trasforma a suo gusto». Decidono di costruire una città-parco secondo un sogno architettonico ricco di metafore che racconti lo spirito della rivoluzione e quello sensuale di Cuba. La Scuola d’arti plastiche di Ricardo Porro si sviluppa attorno a un cortile con una grande scultura di una vagina da cui esce l’acqua per irrigare il terreno della scuola. «Le strutture sono aperte. Le forme volutamente asimmetriche, in antitesi con l’architettura monumentale che ama la simmetria dovendo apparire inamovibile». I muri della Scuola di balletto di Garatti escono dal bosco, avvolgono i padiglioni e s’immergono nuovamente nel verde. «Doveva essere dinamica. Rappresentare una visione del futuro aperta in tutte le direzioni».

Arriva il razionalismo sovietico. È una corsa contro il tempo che non raggiunge la meta. Durante i tre anni di lavori il clima nell’isola cambia. I rapporti con l’America s’incrinano definitivamente dopo lo sbarco della Baia dei Porci e l’embargo totale degli Stati Uniti. Le finanze scarseggiano e Cuba stringe ulteriormente i legami commerciali e ideologici con l’Urss di Nikita Chruscëv, che sette anni prima, al XX Congresso del Pcus, pronuncia il «rapporto segreto» in cui denuncia i crimini di Stalin e condanna qualsiasi «culto dell’individuo in quanto estraneo al marxismo-leninismo».

È iniziato il periodo d’influenza russa. A Cuba sbarca l’architettura razionalista sovietica che vuole costruzioni uniformi, funzionali, economiche e con largo uso di prefabbricati. L’Istituto superiore d’arte, tra patii, portali e volte catalane in cotto, è accusato di essere borghese, edonista e individualista. Dopo 31 milioni di dollari spesi, un lusso per la rivoluzione, il cantiere viene chiuso senza preavviso. «Lo spirito della guerriglia era svanito», dice Garatti, «era arrivato lo spirito dell’esercito». La carriera dei tre architetti cambia bruscamente direzione. Il governo vieta, di fatto, l’architettura di Porro, che sceglie l’esilio in Francia. Garatti, arrestato con un’accusa di spionaggio, poi rettificata, fa ritorno in Italia. Gottardi rimane nell’isola fronteggiando forti limitazioni.

Ciononostante la scuola apre i battenti e per diversi anni ci si dimentica dello stato delle costruzioni finché un architetto americano, Jhon A. Loomis, durante un viaggio a Cuba nel 1991, scopre la storia e scrive un libro: Cuba’s Forgotten Art Schools. Fidel Castro lo viene a sapere e ordina che le scuole siano ultimate al più presto. «Com’è potuto succedere che un progetto così importante fosse lasciato incompleto?», tuona durante un convegno d’artisti e scrittori, «era uno dei grandi sogni della rivoluzione».

Nel 1999 i tre architetti, quasi increduli, si riuniscono all’Avana per discutere lo studio di restauro. Gli entusiasmi si spengono quando il governo cubano dimostra di non avere soldi sufficienti. Poco dopo il World Monument Fund, associazione americana per la preservazione di siti storici, comunica di aver trovato parte dei fondi. Al momento della transazione però, l’amministrazione Bush blocca l’operazione. L’associazione interrogata su questa versione risponde con un secco «no comment». Qualche anno dopo se ne interessa l’ambasciatore italiano a Cuba, Elio Menzione, che propone un’idea: coinvolgere i governi di Francia, Spagna e Italia a finanziare il completamento. «Essendo le scuole il più bel progetto della rivoluzione anche grazie a due architetti italiani, sarebbe stato importante dare un contributo», dice. In questo modo il World Monument Fund può versare metà dei fondi. Spagna e Francia sono disponibili, ma l’idea non si concretizza. Il 5 giugno 2003, in seguito al massiccio arresto di dissidenti cubani, l’Europa riduce i programmi di aiuti e limita le relazioni ufficiali con Cuba. I rapporti si deteriorano e il governo Berlusconi segue l’esempio dell’amico americano.


14/12/2011 15:51
 
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Dove hai trovato la foto di Garatti sul tetto della "sua" scuola d'arte di Cubanacan? Vittorio è una persona squisita e veramente era stato maltratto con quell'accusa infondata, è stato solo un caso di..."descuido".
Non dimentichiamoci gli altri due "moschettieri"...Baroni e Segre che hanno contribuito notevolmente alla pianificazione urbanistica.
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14/12/2011 16:14
 
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Re:
ilvecchioeilmare, 14/12/2011 15.51:

Dove hai trovato la foto di Garatti sul tetto della "sua" scuola d'arte di Cubanacan? Vittorio è una persona squisita e veramente era stato maltratto con quell'accusa infondata, è stato solo un caso di..."descuido".
Non dimentichiamoci gli altri due "moschettieri"...Baroni e Segre che hanno contribuito notevolmente alla pianificazione urbanistica.



Se fossi qualcun altro ti potrei dire che è un mio amico, e magari ci potrei aggiungere anche la mia testolina che spunta..... [SM=g27987] In realtà l' ho trovata in rete, non era citata la fonte, se per caso è tua lo scriviamo subito.

Non conoscevo la storia, l' ho trovata molto interessante, piena di tutte le contraddizioni della rivoluzione cubana.

Su Sergio Baroni e Segre non ho trovato molto, anzi direi poco. Se hai qualche notizia , senza fretta e quando ne avrai voglia magari puoi scrivere qualcosa.

Mi accorgo sempre più che ci sono stati tantissimi italiani che sono stati vicini a Cuba, in maniera molto proficua e onorevole. La cosa mi fa molto piacere.

Secondo qualcuno gli Italiani a Cuba sono solo puttanieri o piccoli avventurieri, direi che non è proprio così.




14/12/2011 16:34
 
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No, la foto non è mia però allego questa dov'è assieme a Gottardi durante una commemorazione di Sergio Baroni e mentre conversano con la vedova Eneide Ponce de Leòn.
[Modificato da ilvecchioeilmare 14/12/2011 16:37]
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14/12/2011 18:17
 
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Grazie Aldo.

Materiale sempre esclusivo....... [SM=g27988]
[Modificato da agente bunda 14/12/2011 18:18]


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18/03/2012 20:46
 
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questo è "fresco fresco "

www.ilcapitale.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-40554a1a-1fcb-4a40-aa0b-1d8049611e35.html?homepage&re...



The only easy day was yesterday (Navy Seals)
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18/03/2012 20:54
 
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Re:
duarglide, 18/03/2012 20.46:




Grazie Duar, bel contributo

Philippe Daverio, sta facendo veramente una televisione ottima...... [SM=g8861]




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18/03/2012 21:04
 
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Quando è venuto qua per il servizio Daverio è stato a casa mia dato che era con Vittorio Garatti e un altro amico comune, mi avevano detto che mi avrebbero avvisato "prima" della messa in onda del servizio per poter invitare gli interessati, dal blog e da qua, a vederlo. Poi ho saputo che al rientro in Italia Daverio è stato ricoverato per un problema molto serio e tutto è passato in secondo piano. Vedo però che la tecnologia (non a Cuba) permette di recuperare i materiali diffusi in tv.
[Modificato da ilvecchioeilmare1944 18/03/2012 21:05]
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18/03/2012 21:12
 
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Re:
ilvecchioeilmare1944, 18/03/2012 21.04:

Quando è venuto qua per il servizio Daverio è stato a casa mia dato che era con Vittorio Garatti e un altro amico comune, mi avevano detto che mi avrebbero avvisato "prima" della messa in onda del servizio per poter invitare gli interessati, dal blog e da qua, a vederlo. Poi ho saputo che al rientro in Italia Daverio è stato ricoverato per un problema molto serio e tutto è passato in secondo piano. Vedo però che la tecnologia (non a Cuba) permette di recuperare i materiali diffusi in tv.



Mi spiace per la salute di i Philippe Daverio. So che aveva avuto anche problemi con la rai che voleva tagliare il suo programma.... Poi c'è stata una sollevazione popolare.... e cambiando titolo ha proseguito. Per fortuna......




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