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el viaje di Robinia

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2012 03:04
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11/03/2012 04:33
 
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2009-2010 Trinidad


A CASA DELLA MUSICA

Giungiamo a TRINIDAD dopo un toccante tramonto che indora la sierra in lontananza, condito dai video di musica salsa che si alternano al televisore del bus. È ormai buio mentre prendiamo posto nella casa particular. La padrona di casa, una psichiatra dal sorriso più dolce del mondo, ci accompagna sul selciato sconnesso fino alla sua abitazione, ingabbiata da grate di ferro bianche. Mi spiega che per poter esercitare questa professione è necessaria un'autorizzazione statale e viene richiesto il rispetto di ben precise regole ed il pagamento di corpose tasse.
A cena sul terrazzo si susseguono i soliti, numerosi mojito, che agli italiani non piacciono un granché perché l'erba non è pestata, il ghiaccio è inesistente e lo zucchero di canna non è granuloso. Per loro fortuna qui c'è un altro cocktail tipico, chiamato "canchanchara", preparato con il liquore di miele. Da mangiare invece ci si può sbizzarrire con gamberetti, aragosta al sugo, pesce e altri gustosi manicaretti





Trascorriamo il resto della serata alla Casa della musica, che è un locale all'aperto vicino alla cattedrale dove fior di musicisti suonano dal vivo, diverse coppie ballano e tutti gli altri stanno seduti su un'enorme scalinata simile a quella di Piazza di Spagna. In realtà gli unici cubani che ballano sono maschi e quelli che ballano con le turiste sventolano gran mazzi di banconote. Ad esempio Gavino, questo pastore sardo travestito da ballerino cubano, dotato di molte amiche di tutte le nazionalità.

Sulla via del ritorno ci rendiamo conto che le case colorate con le inferriate sono tutte uguali ed in questa infinita scacchiera s'annega il nostro pensare.

Alla luce del sole risplende la bellezza soporifera di questa cittadina, con le facciate delle case turchesi e gialle e verdi e rosa intonacate grazie ai soldi dell'Unesco, con le vie attraversate da carretti a cavallo, con i ritagli di luce e ombra stampati sulla strada, con le balaustrate e i cortiletti fioriti, e con una quantità di bambini sorridenti in bicicletta, e vecchi stupendi che si muovono ad una lentezza strabiliante, certamente chiedendosi che cazzo vanno cercando da loro tutti questi turisti.


Raggiungiamo PLAYA ANCÓN, tutta palme e sabbia fina. Trascorriamo la maggior parte del tempo in una gita in catamarano dal quale è possibile tuffarsi ed effettuare uno snorkeling abbastanza piacevole. Peccato al ritorno verso riva quell'orrendo hotel Ancón che rovina il panorama. Sulla spiaggia si possono affittare i lettini e anche ordinare delle squisite piña colada direttamente a domicilio.


Nella controra dell'afosa Trinidad, mangiamo dei panini da El rapido, il fast food affacciato sulla piazza centrale. Al tramonto passeggio sotto qualche goccia di pioggia in pieno vecchio West osservando case di legno, ampie verande con le panche e le sedie a dondolo, la cattedrale e i diversi locali caratteristici dove c'è sempre qualche bravo musicista all'opera, anche se il tutto sembra fatto apposta per i turisti, persino tenere le porte delle case aperte, da dove puoi spiare Tom e jerry alla televisione e le foto dei bambini nudi e gli animali di pelouche.



Per cena nel terrazzino pieno di fiori della casa particular ci sono i camarones e la yucca affogati nell'aglio, gli immancabili tostones, cioè il platano fritto a rondelle, e infine la macedonia, rovinata da quell'orrendo frutto rosa fucsia con i semini che si chiama guayaba. Mi amor, mi amor! cinguetta la psichiatra tra i suoi libri vecchi e i suoi orrendi cani di ceramica.

Alla Casa de la musica ogni sera si ripete lo spettacolo, che poi proseguirà in una delle discoteche del centro. I giovani cubani - sempre attenti a non farsi beccare dalla polizia in compagnia o comunque sempre pronti a fornire i documenti - sono molto esperti in sguardi e rimediano con facilità la compagnia giusta per la serata.


La domenica mattina anche qui c'è chi va in chiesa: gli alberi di natale sono collocati sull'altare e il coro di bambini si sta preparando all'esibizione. Qui sono solo pochi anni che le usanze cattoliche sono state ripristinate, dopo la visita di Fidel in Vaticano e la visita di Papa Giovanni Paolo II a Cuba, nel 1998. La rivoluzione infatti è sempre stata atea e ha dato per anni filo da torcere alla Chiesa. D'altra parte la religione più sentita resta sempre la santería, che si impernia sugli orishas, divinità africane accoppiate a un santo cattolico, ognuno caratterizzato da una serie di attributi.

Prima della partenza ignoro tutti i musei vicini alla cattedrale e passeggio pigramente tra mercatini, gallerie d'arte e concertini fino ad approdare al bar per un'ottima tazza di caffè, il cui odore supertostato si spande nell'aria





Il valente chofer di bus, Pedro, dentone baffuto con al seguito una bambolina muta dalle acconciature antiquate (sua figlia Wendy), ci conduce nella VALLE DE LOS INGENIOS, che sarebbero i mulini della canna da zucchero. Come d'abitudine turistica si sosta in un bar panoramico (il mirador de la Loma del Puerto) da cui si gode un ampio belvedere del paesaggio. Qui si può assaggiare il guarapo, ossia il succo della canna da zucchero, che viene spremuta da questo marchingegno fino a secernere una grande quantità di liquido, molto meno dolce di quanto uno possa immaginare.
La tappa successiva è la Torre Iznaga, che serviva per tenere sotto controllo gli schiavi al lavoro nei campi. L'antica hacienda accanto è stata trasformata in un ristorante e volendo si può fare un giro su questa locomotiva d'epoca


A Sancti Spíritus, il capoluogo di provincia, è una domenica pomeriggio di ristoranti chiusi, cani malati e afa immobile
[Modificato da ladillita. 12/03/2012 03:04]
Sgt. Garcia Fan Club Camaguey
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