Tanto per compare due paesi del latino america , porto l' esempio del Brasile.
Qui non serve nemmeno recarsi in ambasciata e sostenere nessun colloquio.
E' sufficiente avere un posto dove soggiornare, una prenotazione alberghiera in Italia oppure un invito autocertificato ( scritto sulla carta del formaggio
) da parte del invitante da presentare alla frontiera italiana, una pura formalità. Avere dei contanti o una carta di credito.
Chiaramente la trafila con NOTAI e richieste al paese di residenza del invitato è solamente Cuba che la chiede anche negli atri paesi latini.
Copio e incollo quello che riporta l' ambasciata italiana in Brasile.
L'INGRESSO DEI CITTADINI BRASILIANI IN ITALIA PER TURISMO E AFFARI
Il brasiliano che intende recarsi in Italia per turismo e per affari non ha bisogno di visto di ingresso per un periodo che non superi i 90 giorni.
Due sono le condizioni principali per l´ingresso in Italia:
a) essere in possesso di un passaporto brasiliano valido;
b) esibire, all’ingresso in Italia, la documentazione che giustifichi i motivi, la durata e le condizioni del soggiorno alle Autorità di frontiera italiane.
A) Passaporti e documenti di viaggio
Per l’ingresso, il soggiorno od il transito in Italia il cittadino brasiliano deve essere in possesso di un passaporto o di altro documento di viaggio riconosciuto valido dal Governo italiano, e la cui scadenza sia di almeno sei mesi posteriore al momento dell´entrata in Italia.
B) Documentazione sui motivi e la durata del soggiorno
1. Disponibilità di mezzi finanziari: il brasiliano che intenda fare ingresso in Italia deve disporre di mezzi finanziari che possano garantire il proprio sostentamento durante il soggiorno previsto. La disponibilità dei mezzi finanziari di sostentamento è considerata uno dei presupposti indispensabili per l’ingresso nello ‘Spazio Schengen’.
La disponibilità dei mezzi finanziari puó essere dimostrata mediante l’esibizione di denaro contante, di fideiussioni bancarie, di polizze fideiussorie, di equivalenti titoli di credito (carte di credito internazionali), di titoli di servizi prepagati o di atti comprovanti la disponibilità in Italia di fonti di reddito.