Seguendo il Facebook di Gordiano Lupi, si trova un post che dovrebbe far saltare sulla sedia.
Il mentore italiano di Yoani Sanchez, si pone delle domande sulla blogger cubana.
Domande lecite, e interessanti. Lupi ha fatto tanto per Yoani, forse senza di Lui molti di noi neanche l' avrebbero conosciuta.
Il fenomeno della Sanchez, i suoi scritti ci hanno raccontato una Cuba diversa da quella scritta
dalla paludata stampa/propaganda cubana. Racconti veri, per chi conosce Cuba, sa che la Sanchez racconta la verità. Ma ora qualcosa si sta rompendo e Lupi si scazza non poco.
Vorrei dire a Lupi, di non prendersela con Yoani, che porella da tipica cubana è in mano al suo uomo, vecchia volpe e non sempre cristallino nei suoi comportamenti. Guarda caso il tutto nasce quando il marito inizia a viaggiare con Lei, ma qualche domanda nessuno se la pone.
Molti di noi, hanno sempre avuto dubbi sulla sincerità di Yoani Sanchez, non tanto per quello che scrive ma chi è veramente e chi la guida. I suoi scritti hanno disegnato una Cuba, che piano, piano si sta concretizzando, quasi che qualcuno dal alto la dirigesse con mano sapiente e molto informata.
Copio e incollo lo sfogo di Gordiano Lupi.
Gordiano Lupi. Cuba, Yoani Sánchez e la dissidenza
Posted on 5 luglio 2013 di Iannozzi Giuseppe
Gordiano Lupi. Cuba,
Yoani Sánchez e la dissidenza
di Gordiano Lupi
Fonte: TELLUS folio
La (vera? falsa?) email che circola in rete
Gli ultimi eventi legati alla blogger cubana mi impongono di scrivere il mio pensiero per non continuare a dar vita a un silenzio assordante, quanto meno imbarazzante, per me che non sono abituato a tacere.
Cuba sta cambiando, in meglio, su questo non ho alcun dubbio, le riforme di Raúl Castro sono lente, procedono con tempi lunghi, avrebbero bisogno di maggior impulso, ma stanno andando nella direzione giusta. Serve più attenzione ai diritti umani, alla libertà di espressione del pensiero, di stampa, di movimento, persino alla tanto vituperata (secondo la mentalità comunista) libertà economica. La mia speranza è che Cuba non intraprenda la via cinese al socialismo di mercato, ma che mantenga i buoni risultati raggiunti con la Rivoluzione (adesso, purtroppo, molto ridotti) in alcuni campi del sociale, veicolandoli in un sistema politico-economico di stampo democratico.
Vedo, con soddisfazione, che la riforma migratoria voluta da Raúl Castro sta funzionando. Escono tutti da Cuba, persino i Porno Para Ricardo (il complesso punk molto irriverente nei confronti del potere farà una tournée in Europa), Guillermo Fariñas e di nuovo Yoani Sánchez, prima diretta in Spagna e subito dopo in Italia. Non solo escono, ma quando rientrano a Cuba, dopo aver espresso in piena libertà il loro pensiero, nessuno torce loro un capello, nessuno li arresta, nessuno li mette sotto torchio. Tutto questo va detto, a onor del vero, senza voler fare il Gianni Minà della situazione, perché voglio vedere quanti dissidenti cinesi, iraniani, birmani, coreani, persino russi possono fare la stessa cosa senza correre rischi.
Veniamo all’ultimo capitolo di questa storia, il più doloroso, il più delicato. Yoani Sánchez è attesa in Italia, giovedì 11 luglio, per tenere alcune conferenze preso l’Università Mediolanum, un appuntamento che non ha niente di politico, né di berlusconiano, visto che presso tale istituzione hanno parlato fior di oratori e personalità illustri del mondo culturale. In rete sta circolando una mail di Yoani (vera? falsa? modificata?) nella quale la blogger comunica alla sua agente, Erica Berla, la volontà di non venire in Italia, per non essere strumentalizzata da Berlusconi e – en passant – perché non le hanno dato il Premio Ischia, quindi recarsi in Italia solo per riscuotere 5.000 euro (il prezzo pattuito per le conferenze) non varrebbe la pena. La mia speranza è che l’hacker che ha rubato la email di Yoani per diffonderla in rete abbia modificato il contenuto del messaggio. La mia speranza è che Yoani venga a Roma a tenere le conferenze previste e a dire che è tutta una macchinazione ai suoi danni, una colossale montatura. In alternativa la blogger si giocherebbe la credibilità internazionale raggiunta e – soprattutto – getterebbe pesanti ombre sulla sua lotta per i diritti umani a Cuba, di per sé condivisibile. Tutto va preso con il beneficio del dubbio, restano da fare le necessarie verifiche, ma se il contenuto della email che circola in rete fosse vero, devo dissociarmene completamente. Il denaro non è mai stato al primo posto nella mia scala dei valori esistenziali, meno che mai quando sono in gioco diritti umani, sviluppo e libertà di un popolo che sento parte della mia esistenza. Sono convinto che le idee siano sempre migliori degli uomini, questo vale per il comunismo cubano, ma anche per certa dissidenza mossa soltanto da sete di successo, denaro e affermazione personale. Se tutto questo fosse una rappresentazione drammatica, il protagonista chiuderebbe la scena con una nota di tristezza. Ma è la vita, bellezza. E bisogna andare avanti…
Se tutto questo è vero, non solo ha preso in giro Lupi e i suoi sostenitori,ma anche molti denigratori che per anni, con discorsi di lana caprine, offendendola, non hanno capito una mazza. Infatti alle volte facevano più ridere loro che un film di Lino Banfi.