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Lei ricatta lui: "Se non paghi racconto tutto a tua moglie"
L’estorsione dopo la relazione clandestina. Sullo fondo una gravidanza
Massa, 15 ottobre 2013 - HA CHIESTO che l’udienza si svolgesse a porte chiuse ed è stato accontentato. Questione di privacy e di imbarazzo montante, che giustifica riferimenti alle generalità sue e dell’imputata. Doveva rivelare dei suoi trascorsi con la giovane cubana di 24 anni, 30 anni più giovane di lui, di cui si era invaghito ma che poi gli presentò il conto: denaro in cambio del silenzio sulla relazione extraconiugale e sui suoi esiti imprevisti, una gravidanza.
«Le sue pretese di denaro, per evitare che mia moglie venisse a conoscenza del nostro rapporto, erano diventate insostenibili e così decisi di denunciarla per i ricatti a cui mi sottoponeva» ha raccontato ieri l’uomo nel processo - che si è aperto in tribunale alla Spezia, davanti al giudice Mario De Bellis, contro la donna, accusata di estorsione - rispondendo alle domande del pm onorario Raffaele Giumetti.
Lui è un agente immobiliare di 55 anni, residente in provincia di Massa. Non si è costituito parte civile e non chiede risarcimenti. Forse avrebbe fatto volentieri a meno di presentarsi in aula. Ma ha dovuto farlo: impossibile, per quel reato, ritirare la querela. E così ha raccontato del tunnel nel quale si era cacciato dopo aver ceduto al fascino di lei, giovane, bella, disinibita, disponibile a soddisfarlo. Secondo lui fu una balla clamorosa quella della gravidanza originatasi a seguito dell’ennesimo rapporto sessuale. «Con mia moglie non sono mai riuscito ad avere figli. Sono sterile, lo provano anche le visite a cui si sottoponemmo all’ospedale San Raffaele di Milano. Quello non era mio figlio...». Di sicuro non venne alla luce. La donna abortì. Accadde a Cuba, dove dovette rientrare per assistere i genitori malati. Giustificò il ricorso all’interruzione della gravidanza con la circostanza che il feto presentava delle malformazioni.
SENZA un padre disposto a prendersi cura del piccolo bisognoso di un surplus di attenzioni e amore, lei non resse al peso della maternità. E, oltre al dietro front rispetto alla prospettiva di diventare mamma, elaborò la strategia estorsiva nei confronti dell’ex: soldi in cambio del silenzio. Lui in quattro occasioni acconsentì alle richieste: prima versandole 100 euro, poi 910 attraverso un bonifico; poi 1.500 euro nella forma dell’assegno circolare e, infine, 4.000mila euro in contanti. Il tutto in un arco temporale di circa un anno, dal primo ottobre 2009 al 23 novembre del 2010, con dazioni corrisposte ad Arcola, Sarzana e La Spezia. Ieri l’uomo ha ricostruito i passaggi di denaro e la sua convinzione di «vittima di un ricatto». Il processo è stato aggiornato a metà dicembre per ascoltare il ginecologo che ebbe in cura la giovane cubana. Lei, nel frattempo, è diventata irreperibile; ad assumere la sua difesa, d’ufficio, è l’avvocato Federica Eminente che mira a dimostrare come le pregresse richieste di denaro erano da inquadrarsi sul piano dei bisogni, delle pretese legittime a motivo di una relazione sentimentale che era durata per due anni e alla quale sarebbe da attribuire la gravidanza della donna.
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