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Biomasse a Cuba, energia rinnovabile

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2014 19:49
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13/08/2014 11:52
 
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Tra le tante idee che girano per Cuba c'è lo sfruttamento di biomasse. Praticamente produrre energia dagli scarti di produzione agricola. Io mi sto facendo, un piccolo pozzo per la produzione di biogas, che collegato con una turbina si produce energia elettrica per il mio fabisogno. Poca roba, più che altro un esperimento. L' energia a Cuba per ora costa molto poco, quindi alla fine non è nemmeno conveniente.

Cuba però nei suoi progetti futuri vorrebbe, arrivare nel 2018 a produrre il 50% di energia con fonti rinnovabili. Già molti centri di produzione di energia d' emergenza, diciamo gruppi elettrogeni, che spesso si vedono fuori dei paesi, funzionnao con motori diesel a biomasse.

Dietro a tutto ciò, c'è chiaramente il Brasile e la Petrobras, multinazionale di Stato per gli idrocarburi Brasiliana. Logicamente questi sono affari solo per società multimilionarie, non per noi poveri cristiani [SM=g3564868] . Ci vogliono milioni e milioni di investimenti e un rapporto fiduciario con lo Stato cubano.

Copio e incollo un intervento del 2012 di una società Svizzera, che credo sia molto interessante.


Energia rinnovabile a Cuba:
I biocarburanti contro la crisi energetica


Fernando, di professione contadino, davanti a un tank di fermentazione per la produzione di biogas da stallatico (Comune di Calimete, provincia di Matanzas). Foto: Alejandro González [© DFAE]

La produzione di agrocarburanti non va necessariamente a discapito di quella degli alimenti e, di conseguenza, della sicurezza alimentare. I due obiettivi sono conciliabili. È quanto dimostra il progetto della DSC a Cuba: nel luglio 2012 è stato infatti messo in funzione a Guantanamo un impianto che trasforma semi di jatropha in biodiesel. Nel quadro del progetto svizzero sulle biomasse sono sei i Comuni cubani a beneficiare di energia sicura, rinnovabile e a basso costo.

Cuba non vuole più essere dipendente dall'importazione di costosi vettori energetici fossili. Attualmente il Paese copre già il 28 per cento del proprio fabbisogno energetico grazie alle biomasse. Un importante vettore energetico vegetale è rappresentato dalla canna da zucchero. Secondo la qualità del suolo e le esigenze locali possono tuttavia essere utilizzate anche altre piante come la jatropha, sempre più diffusa, in grado di crescere su terreni poco fertili inadatti alle colture e utilizzabili quindi anche come pascolo. Laddove il terreno allo stato brado è sufficiente, la jatropha non minaccia l'esistenza delle piante alimentari. La sua coltivazione è quindi utile da un punto di vista sia ecologico sia economico.


Primo impianto di trasformazione
Il primo impianto di trasformazione a Cuba perla produzione di biodiesel ricavato dai semi di jatropha è stato inaugurato nel luglio 2012 ed è in grado di lavorare il raccolto di 130 ettari. Il biodiesel viene utilizzato in particolare per il funzionamento delle macchine agricole nelle aree rurali della provincia di Guantanamo. L’impianto crea posti di lavoro e riduce la dipendenza dai rifornimentidi energia da parte dello Stato, scarsi e non sempre affidabili. Invece di puntare su macchinari di grandi dimensioni e tecnologicamente complessi, il progetto promuove soluzioni semplici di produzione di energia da biomasse che possono essere realizzate in proprio anche da piccoli contadini.

Il successo del progetto pilota e il suo futuro
Il progetto è frutto di una cooperazione pluriennale tra la DSC e l'istituto di ricerche agricoledi Indio Hatuey, subordinato al ministero cubanodellascienza, della tecnologia e dell'ambiente. Il successo del progetto pilota ha avuto ampia risonanza. La fase successiva è destinata a consolidare sul lungo periodo i risultati conseguiti. Piani sull'incremento e l'ottimizzazione a medio termine della produzione agricola destinata all'energia e all'alimentazione sono stati elaborati con sei Comuni cubani.

Il progetto contribuisce a coprire contemporaneamente il fabbisogno energetico delle aree rurali ea rafforzarela sicurezza alimentare della loro popolazione.In questo contestoil dialogo con il ministero cubano della scienza, della tecnologia e dell'ambiente riveste un ruolo centrale. Se verranno concretizzate dalleleggi nazionali destinate a promuovere l'uso dell'energia da fonti rinnovabili, le esperienze raccolte con il progetto pilota potranno andare a vantaggio di numerosialtri Comuni.


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13/08/2014 14:31
 
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Invece questa è la notizia di oggi

13.8.14
Cuba: stop al ‘sogno petrolifero’, l’Avana punta a energie alternative
Fallito il tentativo delle prospezioni petrolifere in acque profonde, Cuba ha deciso di concentrarsi sulle energie rinnovabili e migliorare la produzione di greggi con pozzi sulla terraferma, a causa dello svanito interesse delle grandi imprese straniere all’off-shore.


Misna - Alla promozione di energie alternative il governo pianifica infatti di destinare nell’arco dei prossimi 15 anni fino a 3,6 miliardi di dollari, come annunciato di recente dal vice presidente e membro dell’ufficio politico del Partito comunista cubano (Pcc), Marino Murillo.
A fronte di una grande quantità di petrolio di più facile accesso in diverse regioni del pianeta e anche a causa dei persistenti ostacoli posti dall’embargo statunitense , tutte le imprese straniere coinvolte nel 2012 in diversi tentativi di perforazione in acque profonde, fatta eccezione per la norvegese Statoil e la venezuelana Pdvsa, si sono ritirate. E che il settore non interessi più sembra dimostrato anche dalla decisione della compagnia statale russa Rosneft e della Chinese National Petroleum Company (Cnpc) di limitarsi ad aiutare L’Avana ad estrarre più pertolio nella sua tradizionale fascia nord-occidentale.

Con le energie rinnovabili come nuova priorità, L’Avana cerca dunque altri investitori. Per il 2030, ha detto Murillo, il governo si prefigge di ridurre dal 96 al 76% la produzione di energia elettrica proveniente dal petrolio; la rimanente è generata oggi da 19 impianti di bioelettricità connessi a zuccherifici, oltre a 13 parchi eolici e fotovoltaici.


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13/08/2014 19:49
 
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diciamo che hanno mollato di perforare perché gli USA si sono opposti .
il golfo del messico è il più grande deposito di riserva di greggio che gli USA considerano loro proprieta' .
Per il pozzo con lo scarto della fattoria....occhio che fa il "botto" .



The only easy day was yesterday (Navy Seals)
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