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Piacenza - In manette 39enne cubana

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2014 12:14
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05/09/2014 10:17
 
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Finto amore e sonnifero per rovinare gli amanti, in manette 39enne cubana

Piacenza - Alcuni mesi fa una ragazza cubana di 20 anni residente a Torino cominciò ad avere litigi furiosi e costanti con il proprio marito fino al punto di decidere di lasciarlo. Si rivolse così ad un'amica residente ad Agazzano, una connazionale di 39 anni, Katia Hernandez. Quest'ultima accettò molto volentieri di ospitarla offrendole vitto e alloggio, un'ospitalità impeccabile e generosa, almeno fino all'estate 2013 quando la 39enne obbligò con minacce e intimidazioni l'amica a prostituirsi. Per la giovane, costretta a cedere l'incasso delle prestazioni alla sua aguzzina, iniziò un vero inferno a cui decise di mettere fine pochi mesi dopo: tornata a Torino dopo aver fatto pace con il marito denunciò ciò che le era accaduto alla questura del capoluogo piemontese. La polizia decise di vederci chiaro e contattò i colleghi di Piacenza che immediatamente, vale a dire circa due mesi fa, iniziarono ad indagare. Lo scenario scoperto nel corso dell'inchiesta, coordinata dal pm Emilio Pisante, è sconcertante. La 39enne costringeva l'amica a prostituirsi accogliendo i clienti nella sua abitazione di Agazzano e dopo le prestazioni sessuali offriva agli uomini un caffè. Caffè che però era stato appositamente miscelato con del potente sonnifero: i clienti cadevano in un sonno profondo e la cubana ne approfittava per derubarli di contanti e bancomat. Quando invece la 20enne si recava "a domicilio" la 39enne la seguiva e mentre il cliente consumava il rapporto sessuale chiuso nella camera da letto, lei frugava in giro per casa sottraendo oggetti preziosi e contanti.

C'è di più. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno scoperto che la donna, dalle indubbie capacità persuasive, era solita circuire persone anziane o vittime di disabilità facendole innamorare perdutamente e convincendole a iniziare una profonda relazione sentimentale. Relazione che però trascinava le "vittime" in un baratro di miseria e disperazione. Non è necessario, infatti, specificare che di sentimentale c'era ben poco in questi legami: la cubana, dopo aver conquistato la fiducia dei suoi spasimanti, li dissanguava convincendoli a effettuare finanziamenti, a cedere beni e denaro, a farsi fare regali di valore. Addirittura in un caso la Hernandez convinse un uomo a farsi ospitare nella sua casa salvo poi accaparrarsi la maggior parte dello spazio e relegare il padrone di casa in cantina. In un altro caso riuscì addirittura a farsi indicare come unica erede nel testamento. Quando ciò non bastava ecco che tornava in voga la tecnica del sonnifero: anche gli amanti cadevano dunque vittime del caffé "corretto" della cubana risvegliandosi spesso e volentieri con il portafogli vuoto e il bancomat prosciugato. Sono tre gli uomini che si sono letteralmente rovinati abbandonandosi all'abbraccio della 39enne: per lo stress e per la perdita repentina dei propri risparmi le vittime hanno addirittura accusato dei gravi problemi fisici, uno è stato colto da infarto, un altro si è sciupato fino a perdere 25 chili.

L'indole spietata della Hernandez emerge anche da altri episodi. Un giorno la donna ordinò una serie di macchine da cucire. Quando la rappresentante della ditta si recò a casa della straniera per consegnare la merce, la 39enne si rifiutò di pagarla. Ne nacque una comprensibile discussione, al culmine della quale la sudmanericana rinchiuse la commessa in cantina. Quest'ultima riuscì a fuggire e denunciare quanto accaduto.

Altro episodio significativo. La ragazza di 20 anni, nel corso del suo soggiorno ad Agazzano, conobbe un giovane con cui iniziò una relazione sentimentale. Un giorno però, durante un rapporto sessuale, il preservativo indossato dal fidanzato si ruppe. La giovane, intimorita dall'accaduto, raccontò tutto alla 39enne. Quest'ultima chiamò il ragazzo inventandosi che l'amica era rimasta incinta (cosa non vera nonostante la rottura del profilattico) e che doveva abortire: in sostanza intimò al giovane di consegnare circa 5mila euro che però l'uomo si rifiutò di cedere intuendo il ricatto.

Al termine di indagini lampo, durate non più di due mesi, gli agenti della questura di Piacenza hanno ricostruito l'intricato quadro della situazione, rinvenendo prove (come i flaconi di sonnifero nell'abitazione di Katia Hernandez), raccogliendo le testimonianza degli spasimanti ingannati (alcuni dei quali ancora convalescenti dopo i traumi psicologici) e chiarendo la posizione della donna. Per lei accuse pesantissime: sfruttamento della prostituzione, rapina, tentata rapina, sequestro di persona, ingiurie, minacce, truffa, appropriazione indebita e percosse. Il gip ha emesso una misura di custodia cautelare in carcere e la 39enne si trova ora al carcere delle Novate.

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05/09/2014 11:33
 
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acca miseria!!!! e poii il cognome...
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05/09/2014 12:14
 
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Certo che non si sono fatte mancare nulla.

Che sia da monito, per molti.

Certo che queste, bastava che rimanevano a Cuba, sai che truffe potevano fare... [SM=g3564878]


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