Aunque la vistan de nueva... Mesa Redonda se queda

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cubaa360gradi
00sabato 22 settembre 2012 20:06
Yoani Sánchez | La Habana | 21-09-2012 - 7:06 pm.


¿En qué ha cambiado el espacio político televisivo en su nueva versión?

Pocos espacios televisivos han sido objeto de tantas burlas y parodias en Cuba como la Mesa Redonda. Surgido al calor de la llamada Batalla de Ideas, este programa muestra el más alto grado de proselitismo político que se pueda encontrar en nuestros medios nacionales. Su principio fundamental es apabullar a la teleaudiencia con el criterio oficial, sin permitirle acceder a opiniones críticas o contrarias a éste. Denigrar a los inconformes, sin derecho a réplica, se erige entre las prácticas más repetidas en los micrófonos de tan aburrida transmisión. Todo esto basado en la premisa de que vivimos en "el paraíso" mientras el mundo se cae a pedazos por allá afuera.

Desde el 10 de septiembre, la Mesa Redonda ha reducido su tiempo "al aire" en media hora. También ha modernizado su escenografía y hasta parece que han agregado un flamante iPad para manejo exclusivo del moderador. Tienen tiros de cámara más audaces y se han puesto a dieta algunos de sus rollizos participantes. Se quiere, con estos retoques, agregarle algo de modernidad a lo que estaba cubierto con el espeso polvo de lo anacrónico. Sin embargo, los preceptos principales que rigen el programa siguen intactos. El más evidente es la ausencia de pluralidad y la monotonía derivada de que todos los que concurren allí piensan igual. Y, gran contradicción, un bodrio de esta naturaleza paga a sus periodistas los salarios más altos que se conocen en el Instituto Cubano de Radio y Televisión (ICRT).

Sin embargo, mis palabras sobre este programa quizás estén demasiado influenciadas por trabajar yo también en el campo de la información. De manera que ilustraré la opinión que tiene muchos cubanos sobre él con una anécdota reciente. Hace poco, una amiga estaba a las afueras de una estación de policía exigiendo la liberación de un activista detenido arbitrariamente. El teléfono móvil sonó y era su padre que la llamaba. Estaba asustado porque un vecino le contó que su hija se había enrolado en cosas de "disidentes". En medio del calor de la situación, mi amiga sólo atinaba a responderle: "Papi, ya te dije que no miraras más la Mesa Redonda". Con esa simple frase enfatizaba el abismo entre la realidad nacional y el libreto de esa tribuna televisiva. Le señalaba a su progenitor el seguir creyéndose una Cuba inexistente, un país donde no ocurrían arrestos fuera de la ley, ni amenazas policiales, ni mítines de repudio. Una nación apócrifa que habita de lunes a viernes, durante una hora… en nuestra pantalla chica.

www.diariodecuba.com/cuba/13123-aunque-la-vistan-de-nueva-mesa-redonda-...
Mozart62
00sabato 22 settembre 2012 21:47
Che peccato, a me piaceva com'era! Ma dove andremo a finire? Non c'è più religione!

Se continua così, presto purtroppo anche questo programma, che io ho sempre seguito con interesse quando sono a cuba, farà la fine di untalk-show di italico stampo, volgare, con gente che si sovrappone parlando, confusionario e privo di originalità alcuna.

La classica mesa redonda, pur nella sua faziosità a senso ssolutamente unico, è un programma di approfondimento assai serio, interessante e ricco di spunti ed informazioni preziose. Bastava saper leggere fra le righe ed ignorare la retorica di regime di cui una buona dose era necessariamente presente in ogni puntata.

I tempi cambiano ed anche certezze granitiche e capisaldi come la mesa redonda vengono meno.

Speriamo che la nuova veste scenografica non sia troppo spettacolarizzata e ncerchi di scimmiottare miseramente i talk-show di miami ed usa o peggio quelli del resto dell'america latina.
ilvecchioeilmare1944
00sabato 22 settembre 2012 22:29
Non aver paura Wolfgang Amadeus, i pericoli che paventi sono ancora molto lontani. Specialmente il "sovrapporsi" o "accavallarsi" per dirla col mio omonimo Biscardo (i). In quanto agli argomenti, da leggere fra le righe, è vero a volte sono interessanti, ma a volte sono proprio a carattere prettamente locale e abbastanza stucchevoli.
I cambi di arredamento non sono stravolgimenti e l'orario è stato ridotto alla durata di 60 minuti, più che sufficienti per sentire una sola campana suonata da più campanari.
Mozart62
00sabato 22 settembre 2012 22:38
Pensa che da inguaribile curioso e chismoso io giudico interessanti e preziose proprio gli "stucchevoli" argomenti locali, che danno la misura e l'idea della vita quotidiana cubana. Mentre ovviamente non posso che sorridere quando si parla di politica estera o dei 5.

Non sto affatto scherzando e credo che soprttutto il cubano potrebbe migliorare sensibilmente la sua vita e la conoscenza del territorio e tessuto urbano in cui vive, se solo seguisse regolarmente la mesa redonda.
(Molti cubani non conoscono neppure le città a pochi km dalla loro e non sanno nulla delle loro caratteristiche e dei loro problemi.)

L'altra cosa che mi piaceva del programma era la sua notevole prolissità. La durata lunga, priva di fastidiose interruzioni, con ampio tempo a disposizione di tutti gli inviati per esporre approfonditamente le loro "opinioni".

Son cose che qui nella tv della fretta e della "spazzatura veloce", ove tutto è di corsa e superficiale, si son perse da tempo.

D'altronde a cuba quale importanza ha se il cittadino perde una ora od una ora e mezza a guardare la mesa? Un giorno lavorativo su due non ha comunque nulla da fare e tempo ne ha a sufficienza.

Ora per fare spazio a chissà quale serial o novela demente, ovviamente di maggior gradimento popolare, si taglia di un terzo la mesa redonda. Dove sta la buona notizia?
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