Per chi conosce l' Havana quello che racconto non è sicuramente una novità, ma il luogo che vado a descrivere è veramente interessante.
La Pasteleria Francesa, si trova accanto all' Hotel Inghilterra.
La prima mattina che stavo a al Havana, dopo un mese di campo, passeggiando poco lontano dalla mia abitazione vengo attratto da cappuccini fumanti e cornetti invitanti.
Mi siedo dopo una breve attesa in uno dei tavolini della piazza esterna.
Un gentile cameriere mi porta la lista e devo dire che i prezzi sono del tutto normali per le nostre tasche. Mi affretto ad ordinare e mi guardo un po' attorno. Noto e respiro un atmosfera strana, i tavolini tutti pieni, di stranieri, fino a qui nulla di particolare visto che siamo nel cuore del Havana turistica a due passi dal Capitolio e quasi confinanti al teatro del Habana. Ma questi stranieri al 90% maschi e attempati, si comportavano come se fossero al bar sport nella piazza del loro paese.
Avevano un famigliarità tra loro e con il personale, e anche il personale li trattava con discreta famigliarità.
Mi metto ad osservare meglio, acquisto il Granma, e facendo finta di leggere con passione le notizie del interessante periodico cubano, mi metto a guardare i movimenti, le facce, cercando di capire le varie provenienze di questi attempati ragazzi.
La prima cosa che noto che tutti sono vestiti con improbabili vestiti da giovani alla "moda", ma l' età è sicuramente sopra i 60 per ogni persona.
Sono divisi per nazione, il tavolo dei francesi, quello degli Italiani, e qualche apolide che vaga di tavolo in tavolo.
Parlottano, ridono, alle volte vengono disturbati dal passaggio di qualche bella figliola che che sculettando e ammiccando passa per i tavoli, che viene squadrata, catalogata, commentata con discrezione e almeno all' apparenza lasciata al suo destino.
La cosa mi piace, e rimango li un paio di ore. Visto i pochi tavoli a disposizione divido il mio con un signore elegante proveniente dal est Europa, che parlucchia un po' d' italiano.
Scambiando le solite frasi di circostanza, cerco di capire meglio la situazione. Poco dopo il gentile ed elegante signore mi spiega un po' di dinamiche, il tavolo degli Italiani, quello dei francesi, quello degli inglesi e così via, ma tutti legati da due cose, la permanenza a Havana per molti mesi e la passione per le belle figliole della Rivoluzione.
Mi si apriva un mondo, letto molte volte nei forum cubani, ma in realtà mai frequentato in prima persona. Decido che la Pasteleria Francesa sarà il mio non luogo al Havana, un novela da vedere e capire.
Decido di tornare accompagnato da una bella mulatta, sicuramente complice e che mi dava una buona copertura, passando per un normale Yuma e lasciandomi libertà di sguardo senza destare sospetti o indurre a falsi comportamenti da parte dei miei attenzionati.
Decido così dei veri turni nel arco della giornata, la mattina verso le 10 poi un passaggio rapido nel pomeriggio e un appostamento nella serata, dove poi scoprirò che è il più divertente di tutti.
Intanto bisogna dire che i vari personaggi che girano sono quasi sempre gli stessi come avevo capito da subito, sono abbastanza parsimoniosi e qualcuno veramente tirchio, con tanto di fughe per non pagare il conto, non proprio fughe ma con la solita frase segna, al cameriere che seccato fa notare che la lista ora mai è lunga.
Nei prossimi post entrerò meglio nelle dinamiche, con siparietti del tutto divertenti, sia da parte degli stranieri che da parte delle giovani Rivoluzionarie e loro Chuli in agguato.