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Cuba deve assolutamente liberarsi dalla dittatura.

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2013 06:51
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02/01/2013 19:03
 
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Giusto. Questa mattina alle 4 ero sveglio e senza sonno, e navigando ho trovato questo blog del quale mi sono dimenticato la citazione, ma non per malizia. Dice delle verità sacrosante, solo mi chiedo se tutte ancora attuali. Faccio un esempio magari un poco OT ma è per meglio capire anche io come stanno le cose, e giuro su mia madre che è tutto vero. A marzo mentre ero con la mia amica nell’ultimo giorno di vacanza mi sono infortunato a un piede, perchè fesso come sono facevo snorkeling senza le scarpette di gomma. Così ho preso un corallo e apriti cielo!

Sanguinavo come un tacchino il giorno precedente il Ringraziamento e mi sono precipitato in farmacia, vicina alla spiaggia. Lì mi hanno rimbalzato dicendo che mai e poi mai mi avrebbero toccato, così la mia amica mi prende per un braccio, inforca la mia moto e mi porta al punto di pronto soccorso una decina di isolati più avanti.

Qui la scena diventa surreale. Fuori erano in attesa 3 o 4 persone ma viste le mie condizioni si sono fatti da parte e mi hanno fatto passare. Nell’anticamera della sala operatoria un bambino calciava una palla contro il muro e sorrideva, qualcun altro che c’entrava poco secondo me con l’ambiente era lì seduto, a fumarsi una sigaretta. Poi arriva una signora con misura 12 di tette e 14 di culo, mi guarda, ride, mi chiede come ho fatto. Le spieghiamo l’accaduto e questa ride ancora e mi dice “ahi, acquì necesitan puntos”.

Io dico che col cazzo che mi faccio mettere le mani addosso dalla sanità cubana, piuttosto che mi diano una garza e 24 ore dopo ci penserà il mio medico a ricucirmi. La mia amica dice che no, che è meglio lasciarli fare e l’infermiera dice che no, meglio mettere i punti altrimenti la ferita s’infetta. Poi arriva un negro panciuto e baffuto alto 2 metri, con la maglia dell’arsenal, sandali ai piedi e bermuda in jeans sbrindellati. Mi dice che lui è il medico e che no, devo mettere i punti.

Mi accompagnano zoppicante all’interno della saletta operatoria e mi fanno accomodare su di un letto in acciao freddo come immagino possa essere una bara, con al centro una lunga canalina inclinata che io penso serva a far scorrere il sangue dei moribondi. Mi guardo intorno, faccio finta di nulla sperando che si tratti solo di un brutto sogno. E che i pavimenti sono in realtà puliti e i muri bianchi. Sogno che svanisce quando il negrone mi prende in mano il piede e lo guarda schifato, e chiede i guanti alla tettona culona che scopro così essere l’infermiera. Mentre la mia amica che mi vede terrorizzato mi tiene la mano, il negrone inizia a pulirmi la ferita che piena di sabbia è un casino da ripulire. Il dolore è acutissimo.

Visto che pure l'amica mia è scuretta, e non poco, questi iniziano a parlare tra loro, forse per solidarietà cromosomica, e ridono. Quindi il negrone (finalmente) apre un papel, come un foglio di giornale, e ne tira fuori un paio di guanti in lattice. Se ne infila uno e questo si rompe all’altezza del polso.

Quindi si gira verso gli altri (perché nel frattempo si è formato un gruppetto di 6/8 persone all’interno della saletta, tutti a vedere cosa ha combinato lo yuma bobo) e si lamenta che quella roba no sirve, come può lavorare così? Però se lo aggiusta, con un ditale che quasi pende, si infila l’altro e dopo avermi nuovamente disinfettato prende ago e filo. Sono inebetito, freddo e pallido, so che morirò di una qualsiasi infezione. Tutti intanto sorridono e forse si trattengono perchè vorrebbero ridere mentre io già piango.

Quando inizia a infilarmi l’ago nella carne la mia amica mi deve salire sulla gamba, che è stesa sul tavolo d’acciaio, per evitare le mie convulsioni, e dopo il secondo o terzo punto (saranno sette alla fine) il negrone molla tutto, si gira verso il pubblico (perché di questo si tratta) e racconta una storia che fa ridere tutti sguaiatamente, compresa la mia amica. Io vorrei mandarlo a cagare ma ridono tutti, solo che parla troppo stretto e non capisco bene cosa dice. Trattenendo a stento le risate la mia amica mi fa cenno come per dire che me lo spiegherà dopo, ma il negrone comprende la situazione, e sempre col filo in mano e l’altra salda sulla mia caviglia mi ripete la storia, facendo ridere tutti una seconda volta.

Per farla breve racconta che qualche mese prima era stato chiamato in un paesino lì vicino perché durante una rissa un negron si era tagliato un piede con un coccio di bottiglia, e lui diceva che quel negraccio, abituato a camminare scalzo perchè non aveva i soldi per comprarsi le scarpe, aveva un piede talmente duro che l’ago non si infilava, e pertanto era contento di avere il mio tenero piedino yuma tra le mani perché così il lavoro gli era facilitato.

Poi sono arrivati gli altri punti, io ero letteralmente disfatto, ma tutti erano contenti. Quando siamo usciti dalla saletta tutto il gruppo si è spostato in un’altra stanza dove mi avevano fatto sedere a una scrivania, il negrone in fronte a me. Lì ho capito che dovevo allontanarli e così è stato. La mia amica sapeva bene che io non avevo diritto a nessuna assistenza, cosa che ho capito pure io da mo’, ma qualcosa dovevo fare. Così gli ho chiesto come potevo ringraziarlo e lui mi chiede se ho una sorella giovane in Italia, che vorrebbe conoscerla.

A quel punto ridevo pure io. Per farla breve ho preso quello che mi restava in tasca, 20 CUC, e gli ho detto di bersi una birra alla mia salute. Lui mi ha ringraziato, ha scritto su un blocchetto che il signor Fulano si era presentato quel giorno ed era stato curato ed io il giorno dopo sono partito. Ho tolto i punti 15 giorni dopo e oramai non è rimasto alcun segno. Inoltre sono ancora vivo, qui a scassarvi le balle.

La mia amica continua a sfottermi per questa storia e del mio terrore per la sanità cubana. Certo la mia idea non può essere condizionata da un episodio fortunoso, però su queso fatto mi piace riflettere. E’ vero dunque o no che lo straniero viene respinto automaticamente al pronto soccorso? Oppure è vero, come dice l’autore di questo bellissimo e sacrosanto racconto, che tutti sono costretti a qualsiasi cosa pur di vivere? E’ ancora perfettamente attuale insomma, in un paese così contradditorio dove la situazione cambia rapidamente, la situazione descritta?



[Modificato da umbertoumbriano 02/01/2013 19:08]


"In questa serata casalinga sto fumando Commonwealth di Samuel Gawith, Radio 80's Forever in sottofondo. Dopo questo doppio Rum Diplomatico Reserva Exclusiva sarò un po' sottofondo pure io".
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